Concorso dirigenti scolastici: sul merito il ministero si gioca il nome

Le intricate vicende di una "procedura speciale" di reclutamento dei nuovi dirigenti scolastici tra meriti e demeriti

concorso dirigenti scolasticiIl concorso dirigenti scolastici 2023 e quello precedente, che risale al 2017, pongono il Ministero dell’Istruzione e del Merito con un problema di difficile soluzione che impedisce di portare a termine le due procedure selettive in itinere senza danni collaterali.

Il concorso dirigenti scolastici e la storica carenza di personale nella scuola pubblica

Manca ormai pochissimo all’avvio dell’anno scolastico 2024-25 e, come ogni anno in questo periodo, risultano più evidenti problematiche storiche della scuola italiana come la carenza di personale. Negli ultimi anni la strada della politica scolastica è stata lastricata di buone intenzioni sulla graduale stabilizzazione dei docenti precari, buone intenzioni che evidentemente ancora non sono sufficienti a risolvere il problema.

Alla carenza di personale docente fa da controcanto la mancanza di dirigenti scolastici, con numerosi istituti che non hanno un dirigente titolare ma un reggente.
Ovviamente in questi casi si ricorre a concorsi per la selezione di nuovi dirigenti che devono avere determinati requisiti di accesso, e requisiti ulteriori come titoli, servizio, sostenere prove, scalare graduatorie, superare selezioni e chi più ne ha più ne metta, al fine di garantire all’amministrazione scolastica competenze adeguate a ricoprire il ruolo dirigenziale.

L’altrettanto storica abitudine di ricorrere  contro l’esito dei concorsi

Viene bandito il concorso dirigenti scolastici 2017 concorso ordinario che vede degli esclusi sia in fase di preselettiva che allo scritto e all’orale.
Gli esclusi impugnano l’esito della procedura e, in occasione del concorso bandito a dicembre 2023, nonostante il giudizio sia ancora in pendenza davanti ai giudici amministrativi, si vedono ammessi miracolosamente ad una procedura riservata che li vede destinatari di una quota del 40% dei posti banditi in quel concorso.
Tale procedura di carattere straordinario, caratteristica che spesso si traduce in prove meno impegnative e maggiore generosità nella valutazione prevede un voto minimo per superare l’unica prova prevista pari a 6/10 e un programma con 7 materie di studio. Per dare un’idea della selettività di un siffatto percorso basti pensare che l’84,5% ha superato la prova.

Nella tornata dei concorsi 2023 è previsto un ulteriore concorso dirigenti scolastici, che prevede una prova preselettiva superata solo dal 7% dei candidati. Le materie di studio passano da 7 a 9, rispetto al percorso riservato ai ricorsisti del concorso 2017, e il criterio di valutazione prevede una soglia minima pari a tre volte il numero dei posti banditi, con due prove (scritto e orale).
Questa procedura concorsuale, ad oggi, è attualmente ancora in atto visto che la prova orale che si sarebbe dovuta tenere entro luglio non si è ancora svolta.

La prima domanda che ci si pone è come mai i criteri adottati dal ministero, per reclutare la stessa figura dirigenziale, possano prevedere metodi più o meno selettivi così differenti tra loro che mettono a repentaglio l’omogeneità delle competenze.

Chi conosce la scuola pubblica è avvezzo al fatto che ogni concorso, ed in generale quasi ogni provvedimento del ministero, inneschi un’ondata di ricorsi. La vicenda degli esclusi nel concorso dirigenti scolastici 2017 conferma che lo status di “ricorsista”, ancor prima che si giunga ad una sentenza definitiva del giudice amministrativo, consente di accampare diritti ed accedere al ruolo.

È del tutto evidente che in questo caso il dirigente scolastico reclutato con questa modalità non abbia di fatto superato alcuna selezione se non la prova del “percorso speciale” a cui ha avuto accesso sulla base dell’unico requisito utile: lo status di “ricorsista non vincitore” o addirittura “ricorsista escluso” nel caso dei partecipanti esclusi già nella preselezione del concorso dirigenti scolastici 2017.

Di fronte a questa situazione è facile immaginare lo sgomento dei partecipanti al concorso dirigenti scolastici del 2023 ma anche dei vincitori del concorso dirigenti scolastici 2017 che rischiano di trovarsi come colleghi i candidati che non erano stati ammessi o non avevano superato la selezione… quando si dice che è importante il merito.

Riepiloghiamo fino a questo punto perché già è incredibile così: stiamo parlando di due procedure diverse, una procedura concorsuale ed una “procedura speciale”, per la selezione della stessa figura di dirigente scolastico. Le due procedure hanno non solo una disparità di trattamento nei criteri selettivi, ma anche nelle modalità di accesso e nella struttura delle prove.

Il malcontento dei candidati al concorso dirigenti scolastici 2023 esplode allorché, non potendo affrontare la prova orale entro il mese di luglio, come previsto dal bando, interviene la decisione del ministero di dirottare anche il 60% dei posti, in origine destinati ai partecipanti al concorso ordinario 2023, ai partecipanti alla “procedura speciale” che nel frattempo avevano concluso il corso intensivo a distanza.

I partecipanti al concorso dirigenti scolastici 2023 costituiscono quindi il Movimento Concorso Ordinario D.S. “Uniti nel Merito” per far valere le proprie ragioni formulando al ministero ed al governo una serie di domande sulla disparità tra le due procedure per il reclutamento dei nuovi dirigenti scolastici ed intraprendendo azioni anche davanti alla magistratura amministrativa.

Quali sono le richieste del Movimento Concorso Ordinario D.S. “Uniti nel Merito”?

Il Movimento Concorso Ordinario DS “Uniti nel Merito” chiede parità di trattamento rispetto ai candidati DS del concorso straordinario destinato ai ricorrenti delle procedure del bando 2017, ossia:

  • Che la prova preselettiva del concorso ordinario venga equiparata alla prova scritta del concorso straordinario essendo state svolte, di fatto, entrambe con le stesse modalità;
  • L’ammissione diretta al corso intensivo di formazione, come previsto per i candidati al concorso straordinario, ma strutturato in maniera legittima;
  • Pur mantenendo l’attuale impianto concorsuale, il quale prevede graduatorie su base regionale, la costituzione di una graduatoria di merito per ciascuna regione che sia ad esaurimento degli idonei, così come prevista, seppur su base nazionale, per il concorso straordinario.

Concorso dirigenti scolastici: le prossime mosse del TAR e del MIM

Il 14 agosto scorso il TAR per il Lazio ha sospeso il Decreto del Ministero dell’istruzione e del merito con cui è stata approvata la graduatoria generale nazionale della procedura di reclutamento riservata di dirigenti scolastici di cui al DM n. 107 del 2023. Viene sospeso contestualmente anche l’avviso del Ministero mediante il quale sarebbero stati messi a disposizione a favore dei partecipanti alla procedura assunzionale ex D.M. n. 107/2023 ben 519 posti di dirigente scolastico nelle regioni: Emilia-Romagna; Friuli Venezia Giulia; Lazio; Liguria; Lombardia; Marche; Piemonte; Sardegna; Toscana; Veneto.

Il prossimo 5 settembre è prevista una nuova pronuncia del TAR sul merito della questione che lascia col fiato sospeso gli aspiranti dirigenti scolastici.

Si resta allibiti dall’incapacità sin qui dimostrata di risolvere razionalmente la vicenda; fino ad oggi infatti ogni tentativo di porre rimedio ad un problema precedente sembra ne abbia generati almeno due e di dimensioni ben maggiori.
È vero che quella del 2024 è un’estate olimpica, ma mai ci saremmo aspettati che il motto di De Coubertin, “L’importante non è vincere, ma partecipare” (magari con un ricorso), sarebbe stato in grado di contagiare anche le procedure selettive previste dal ministero.

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